Donna in meditazione

Il mio primo incontro col buddismo

Il mio primo incontro col buddismo

Come tutto ebbe inizio

“Quando soffri può sembrarti che questa sofferenza duri per sempre. Ma, sii certa, non sarà così. L’inverno si trasforma sempre in primavera. Nessun inverno dura per sempre. Dove finiscono le nostre capacità inizia la nostra fede. Una forte fede vede l’invisibile, crede l’incredibile e riceve l’impossibile.”(Daisaku Ikeda)

Fiore di loto

Nel 2010 queste parole hanno rappresentato il mio primissimo incontro con il buddismo del Sutra del Loto di Nichiren Daishonin (si legge Niciren Daiscionin). Fu Carla, una cliente dell’attività in cui lavoravo, che mi chiese se potevo stamparle per farne un piccolo quadro che, desiderava appendere in casa. Quando tornò per ritirare il lavoro le domandai chi fosse questo Ikeda, le cui frasi mi avevano così colpita. Carla sorridendo mi parlo del Sutra del Loto e della pratica buddista, invitandomi ad una riunione del suo gruppo e donandomi in seguito “Felicità in questo mondo”, un libricino che lessi e rilessi più volte.

Zadankai è partecipazione

Nonostante ciò passarono almeno due mesi prima di decidermi ma, ormai, il seme era piantato ed una sera dopo aver chiuso negozio invece di tornare a casa mi avviai a piedi per partecipare al mio primo “zadankai” (parola giapponese che significa riunione di discussione). Questo incontro si svolgeva a casa di una praticante che offriva la propria dimora proprio per permettere ai partecipanti di riunirsi. Ricordo ancora come fui sorpresa dalla sensazione di calore e partecipazione che avvertii sin da subito. Completamente a mio agio, come fossi già parte di quel gruppo di persone gentili e accoglienti, ascoltai per la prima volta recitare Nam Myoho Renge Kyo.

Quando soffri può sembrarti che duri per sempre

Mancavano solo due settimane alla pausa estiva ed alla partenza per le vacanze che quell’anno non sarebbero state né serene, né solari. Grandi nuvole nere si avvicinavano foriere di un uragano che mi avrebbe travolta tornata a casa. Quando si scatenò, talmente fu la furia che, verso le 3 di un pomeriggio, di cui ricordo ogni particolare, piansi per ore, sprofondai in un buco nero, prefigurando scenari futuri tetri e senza via d’uscita. Mi sentivo come una zattera alla deriva, persa nel vortice di quel tornado. Il mal di testa, atroce, faceva pulsare le mie tempie come un tamburo. Avrei voluto prendere la testa, staccarla dal collo e metterla sul comodino! A questo pensavo sperando in un po’ di tregua.

L’inverno si trasforma in primavera

Ed invece di ghigliottinarmi mi venne l’idea, non so da dove, di iniziare a recitare Nam Myoho Renge Kyo, era questo il mantra che avevo sentito quel giorno alla riunione. Non perché ci credessi così tanto ma, forse, pensai, concentrandomi sul suono della mia voce, avrei potuto placare il flusso dei pensieri e quell’atroce pulsare alle tempie, per un po’. In fondo poi cosa avevo da perdere? Così seduta sul letto iniziai a recitare, dapprima in maniera stentata, poi gridando quasi, poi piano piano come fosse un soffio. Mentre i minuti passavano mi sarò chiesta mille volte che cosa stessi facendo, che dovevo smetterla, che sembravo una matta, ma poi tenevo duro, continuavo e continuavo, mi facevo cullare dalla mia voce come fosse una ninna nanna.

Nessun inverno dura per sempre

Ad un certo punto, non so come, persi la cognizione del tempo e dello spazio. Mi ritrovai sulla sommità di una montagna altissima, a destra e sinistra altre montagne. Una catena che si affacciava su una valle profonda e oscura. Il cielo era sereno, nell’ora del crepuscolo. Silenzio, pace e una sensazione di serenità assoluta, cosi talmente piena e totale, come se non ci fosse stato in me, nemmeno un granello d’altro. Non riesco a descriverlo a parole, si può solo provare.

Donna in meditazione sulla montagnaDurò un istante forse, non so dirlo. Mi ritrovai seduta sul letto che stavo ancora recitando. Guardando l’orologio, mi accorsi che erano trascorsi solo 40 minuti da quando avevo iniziato ma, in quel breve lasso di tempo qualcosa era cambiato. Ancora oggi a ripensarci mi emoziono. Tutto era cambiato! Mi sentivo piena di energia, fiduciosa, sicura che nulla fosse perduto. La mia vita sarebbe andata avanti comunque. Sarei stata ancora felice, anzi un po’ già lo ero. Questa esperienza l’ho raccontata tantissime volte ed ogni volta che lo faccio, provo una rinnovata ed inesauribile gratitudine. Mi sento davvero fortunata per aver avuto, sin da subito, la prova concreta di quanto la Legge mistica del Sutra del Loto fosse semplicemente straordinaria. Ora so che, quel giorno la mia rivoluzione umana era appena iniziata.

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